“Serve una politica comune europea per il turismo, all’interno della quale poi si muovono i singoli Stati membri”. È una delle necessità per il rilancio del settore messa in evidenza dal presidente di Confesercenti Marco Venturi in occasione del Forum sul turismo europeo che si è tenuto presso la sede dell’associazione. In questo ambito il Comitato economico e sociale europeo, con il relatore Panagiotis Gkofas, ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni nazionali ed europee interessate allo sviluppo di tali politiche nell’Ue. “La vera scommessa è creare le condizioni per attrarre i turisti extraeuropei”, aggiunge Venturi precisando che ogni stato deve fare la sua parte studiando “politiche specifiche”. In merito all’Italia, si riscontrano “carenze significative” nella definizione di una strategia per il turismo, osserva il presidente di Confesercenti, convinto che “dobbiamo correggere una serie di storture: non possiamo avere l’Iva al 20% quando quella dei nostri concorrenti è più bassa; inoltre manca un portale nazionale, il che significa essere fuori dal mondo. E su questo, le responsabilità istituzionali sono enormi”. Ma tutto questo “non bastava – aggiunge Venturi – Ora abbiamo anche l’imposta di soggiorno che ammazza il turismo”. Tutti nodi che “vanno risolti, altrimenti diventa impossibile andare a discutere in sede comunitaria”. Nonostante le difficoltà, il nostro è un Paese a grande vocazione turistica: “L’Italia sta al turismo come gli Stati Uniti stanno all’industria degli armamenti”, fa notare il presidente di Assoturismo Claudio Albonetti che sostiene anche lui la necessità di una normativa comunitaria, ma “bisogna accorciare le distanze tra i vari Paesi, cercando di armonizzare il modus operandi dei singoli Stati in materia di turismo”.