Con i suoi 74.000 acri e reso celebre dalle avventure narrate da Lawrence d’Arabia, ora anche il deserto del Wadi Rum è stato eletto dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Si tratta di un obiettivo fondamentale raggiunto dal Jordan Tourism Development Project che in partnership con il governo giordano ha creato le condizioni giuste perché questo accadesse, anche grazie alle forti sinergie create tra le numerose istituzioni coinvolte sin dalla firma del primo protocollo d’intesa nel 2009. Il Wadi Rum è un luogo unico al mondo grazie alla sua conformazione morfo-geologica, ma anche ai resti archeologici come le incisioni rupestri facilmente osservabili in tutta l’area. “Fenomeno naturale superlativo di straordinaria bellezza”. Così descritto nel giudizio del comitato Unesco che l’ha valutato, il Wadi Rum include aree desertiche che si sviluppano tra blocchi di rocce sabbiose. Queste conformazioni sono il risultato del lavoro di numerosi fattori naturali, tra cui l’attività tettonica e di erosione delle rocce che lo rendono un panorama in continuo mutamento. “Questo è il paesaggio terrestre più simile a quel che ho visto camminando sulla Luna”, dichiarò a Re Hussein James Irwin, l’astronauta dell’Apollo 15, quando ebbe occasione di visitare il deserto giordano. Dopo questo episodio, non a caso il Wadi Rum venne anche ribattezzato col nome di Valle della Luna. “Questo passo sarà fondamentale per dare forza alle politiche di protezione dell’area, costruendo sempre più solide basi per uno sviluppo sostenibile – ha affermato Moawiyah Ibrahim, alla guida del Jordan National World Heritage Committee Representative – L’obiettivo per la Giordania è ora quello di riuscire ad essere sempre all’altezza nella conservazione e nella tutela di questo luogo unico, nell’interesse di tutta l’Umanità”. “Questo riconoscimento – ha detto il direttore generale del Jordan Tourism Board Nayef H. Al Fayez – è assolutamente meritato per un luogo incredibile come è il Wadi Rum, e la Giordania non solo lavorerà per preservare questo luogo e mantenerne intatte l’integrità culturale e naturale, ma anche per poter condividerne la gloria con il resto del mondo”.