IataLe compagnie aeree possono festeggiare.  Il 2014, infatti, sarà ancora un anno positivo, anche se il livello dei profitti sarà un po’ più basso delle precedenti stime della Iata, l’associazione mondiale dei principali vettori. Nelle stime trimestrali aggiornate, diffuse ieri e pubblicate oggi su ‘Il Sole 24 Ore’, la Iata per quest’anno prevede un utile netto aggregato di 18,7 miliardi di dollari per tutte le compagnie mondiali, un miliardo in meno rispetto ai 19,7 miliardi stimati tre mesi fa. C’è un miglioramento rispetto ai 12,9 miliardi di profitti del consuntivo 2013, non ancora definitivo. Per questo, malgrado la revisione al ribasso delle previsioni 2014 dovuta al rialzo dei prezzi del petrolio ad una media di 108 dollari al barile (3,5 dollari in più), la Iata dice che l’industria del trasporto aereo, come riporta ancora il quotidiano odierno di Confindustria, è “sulla strada per un secondo anno consecutivo di profitti in crescita” e segnala che “i crescenti costi del carburante sono largamente compensati dall’aumento della domanda”. Si prevede che l’aumento di trasporto dei passeggeri sia del 5,8% quest’anno (5,3% nel 2013) e quella di trasporto merci del 4%, quasi il doppio della stima precedente (+2,1%). “In generale, la prospettiva è positiva. La ciclica ripresa dell’economia sta sostenendo un ambiente con una forte domanda. E questo compensa le sfide causate da costi del carburante più alti dovuti all’instabilità geopolitica”,  ha detto il direttore generale ed amministratore delegato della Iata Tony Tyler. La media è di un utile netto di 5,65 dollari per passeggero, migliore rispetto ai 2,05 dollari del 2012 ed ai 4,13 del 2013, ma inferiore ai 6,45 dollari del 2010. L’area più florida resta il Nord America, con una stima di 8,6 miliardi di dollari di utili netti aggregati, 300 milioni in più delle precedenti previsioni. In Europa sono previsti utili per 3,1 miliardi di dollari, 100 milioni in meno delle precedenti previsioni, ma quasi il triplo del 2013 (1,2 miliardi). L’Asia-Pacifico sale a 3,7 miliardi di utili dai 3 miliardi del 2013, il Medio Oriente migliora da 1,6 miliardi del 2013 a 2,2 miliardi quest’anno.