La ripresa vera, per il turismo italiano, non arriverà prima del 2012 e quello iniziato da due mesi si preannuncia un anno di “convalescenza”, anche se gli operatori del settore seguono con preoccupazione il dibattito su nuove tasse come quella di soggiorno o l’Imu. Parallelamente, le crisi in Egitto e Tunisia rischiano di colpire duramente gli affari di agenzie di viaggi e tour operator: l’Egitto da solo, infatti, vale un quarto del fatturato delle vacanze all’estero degli italiani. È questo il quadro che Bernabò Bocca, presidente di Confturismo, associazione che rappresenta oltre il 70% delle imprese turistiche italiane, traccia a pochi giorni dalla BIT, appuntamento che raccoglierà a Fieramilano dal 17 al 20 febbraio i principali attori del comparto. “I problemi non mancano – denuncia Bocca – a partire dalla fiscalità, con un’Iva doppia rispetto a quella che i nostri competitor pagano in Francia, un’Imu che rischia di essere più cara del 20-30% rispetto all’Ici ed una tassa di soggiorno che all’inizio peserà solo sulle spalle degli albergatori”. Dopo il -5% nel fatturato registrato l’anno scorso “il 2011 – assicura Bocca – sarà un anno di convalescenza: gli americani torneranno a viaggiare, arriveranno i cinesi e poi ci sono mercati interessati all’Italia come quello russo, anche se pure qui c’è un problema, perché i consolati non rilasciano i visti con tempismo per carenza di fondi”. E, infine, c’è il problema di Tunisia ed Egitto, il cui blocco come destinazione turistica, secondo quanto già denunciato nei giorni scorsi da Federviaggi e Fiavet, federazioni aderenti a Confturismo, pone a rischio nel breve periodo 2.000 imprese e circa 20 contratti di lavoro che potrebbero non essere rinnovati.